Il desiderio è l'economia del soggetto - Pensieri in movimento -- Maurizio Forzoni

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Desiderio
Il desiderio è l'economia del soggetto
di Maurizio Forzoni
              
Maurizio Forzoni
<<Il mentitore è pericoloso, non solo per gli altri (perché li mette fuori strada), ma anche per se stesso, perché difficilmente riconosce di avere un problema. Tutti i giocatori d'azzardo, i dipendenti da alcool o droghe, coloro che soffrono di shopping compulsivo sono dei gran bugiardi, tanto che non riconoscono più la verità dalla menzogna. È molto difficile, sino a che non decidono di dire la verità, che possano affrontare un percorso di recupero, prima di farsi davvero male>>.

Per parlare del desiderio ho deciso di partire da questa mia frase che, proprio ieri, ho condiviso su facebook. Mi è venuta in mente mentre già stavo lavorando a quest'articolo sul desiderio. Il mentitore, il perverso e il dipendente, di fatti, ha una sua grande colpa: quella di non avere più desideri. Non desidera più. Ciò che crede essere desiderio, in realtà, è solo godimento oggettuale. Usa tutto per i suoi unici e propri comodi: cose, sostanze, parole, persone. Non è mai pago e sazio di oggetti di godimento.

Gli stessi social, le reti internet, you tube, e altri new media oggi così diffusi, non fanno altro che alimentare questo godimento oggettuale, ove il soggetto rischia di perdersi e a volte lo fa davvero. Il perverso non è più soggetto economico, né per se stesso, né per gli altri, così intento esclusivamente a creare disagi e perdite, a volte molto gravi, anche per la propria famiglia o per coloro che gli/le stanno accanto. Basta vedere la fine che fa e spesso fa fare -- ai propri "cari", ai propri figli --  il tossico, il giocatore d'azzardo, il mentitore (appunto), il padre o la madre fallici.

Il desiderio può essere riconosciuto e ritrovato solo riuscendo ad andare oltre l'oggetto, a farlo cadere. Nessun soggetto che abbia in testa il "fallo", ovvero l'oggetto degli oggetti, quell'imperativo a cui si sottomette e a cui vuole che tutti gli altri si sottomettano, potrà mai pensare di ritrovare una qualche briciola del proprio desiderio andato perduto.

Oggi, nell'attuale società, siamo qui: a scuola, nelle famiglie, nelle istituzioni, nelle vite. Pieni di oggetti, di falli (ove fallo diventa anche lo studio, il sapere, le immagini, se stessi), ma poveri di desideri, pensieri, sogni.

Gesù diceva: "lasciate tutto e seguitemi". Era un invito a lasciar cadere la cosa, il fallo, per seguire il proprio desiderio. Se non si lascia cadere la cosa, è impossibile ritrovare il proprio desiderio. Si può essere pieni di oggetti, di cose, di denaro, ma non per questo essere ricchi.

Freud ha avuto il coraggio di riconoscere il sogno come appagamento di un desiderio. In pochi ci hanno creduto. Eppure la strada è sempre quella: seguire i propri sogni/desideri.

Oggi c'è sovrabbondanza di soggetti diseconomici, ossia non-desideranti. La crisi è, prima di tutto, di pensiero, come già sostenevo venti anni fa.

Arezzo, lì 17/03/2020

© (2006-2020) -Dott. Maurizio Forzoni     

Interventi:

Serafino S.: Buon giorno Maurizio. Grazie di accendere diverse e mattutine luci del desiderio variabile; come un sogno diurno dove la bellezza, l’altro, il raggiungere l’altro sublima il senso della bellezza che è la cellula dell’appagamento. Raggiungimento che richiede lavoro, analisi, dedizione, pazienza, altruismo. Questo ammorbidisce la scorza della cellula individuale. Azione che facilita l’osmosi delle salutari cellule atte a convenire dentro di noi. Semplice riflessione personale. Grazie
Maurizio Forzoni: Grazie a Te, Serafino per leggermi e lavorare con me su tali pensieri.
Serafino S.: Grazie di cuore.

Roberto B.: Il dipendente è incompetente al desiderio,  ha ormai completamente "teorizzato" l'oggetto come irrinunciabile e da rincorrere continuamente, salvo poi, quando si tratta di "consumo" senza rapporto di partnership con un altro/a affannarsi a mentire dire " non è successo niente....abbiamo fatto finta".

Barbara V.: Il linguaggio e’ cooperazione, cioè contribuire ad un discorso (lavoro) a più mani di cui si condivide intento e direzione come possibile beneficio per tutti i partecipanti . Il filosofo P, Grice indica le caratteristiche minime formali del linguaggio in quanto cooperazione benefica, e la seconda caratteristica imprescindibile (ne individua 4) e’ appunto il non mentire, articolato in 2 forme: “non dire ciò che si ritiene falso” e “ non dire ciò per cui non si hanno prove adeguate”. Il soggetto dipendente contravviene a questo requisito minimo e dunque il suo parlare non può apportare beneficio a lui e ai suoi partner di conversazione, poiché deraglia e confonde gli ascoltatori. Decidere di dire la verità sarebbe decidere di collaborare.
Roberto B.: Il soggetto dipendente non è neppure consapevole della prima forma del "non dire ciò che si ritiene falso" perché vive in una continua dimensione del reale "come facciamo finta che...".
Barbara V.: Certo, il soggetto dipendente “fa finta che”... la dipendenza sostituisca il rapporto cooperativo. Succede anche forse in modo meno drammatico con la dipendenza da ideali, legami di parentela, teorie, religioni.

Alessio O.: Diffida di chi vuole farti sentire in colpa. Di solito è colpevole.
Maurizio Forzoni: Sono completamente d'accordo.
Roberto B.: I dipendenti "mentitori" continuano sempre a ripetere " facciamo finta che....non è successo niente" : mancano totalmente di competenza al giudizio.
Emanuela C.: I mentitori hanno la malattia della negazione.
Loris S.: Nell’attuale condizione umana c’è una verità: che tutti mentono.
Maurizio Forzoni: Non tutti. Molti mentono. E poi va distinto coloro che non sanno di dire la verità, ma si coglie da ciò che sfugge, e coloro che mentono con malizia e consapevolezza. Il perverso nega, ma sa di negare.
Loris S.: Diciamo allora che nell’ammasso di ombre proiettate sulla nostra caverna molti la negano con premeditazione e consapevolezza.



Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista, mediatore familiare e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista,  orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport.
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© (2006-2019) -Dott. Maurizio Forzoni

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