Il fallo del comando - Pensieri in movimento -- Maurizio Forzoni

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Il fallo del comando
di Maurizio Forzoni
              
Maurizio Forzoni
Abbiamo sempre creduto che le velleità di comando, autoritarie, i modi padronali fossero appartenuti o appartengano esclusivamente all'universo maschile, e ciò sicuramente deriva da un retaggio di pensiero che, nei tempi passati, aveva anche il proprio fondamento culturale. La nostra civiltà, per lungo tempo, ha avuto radici nel patriarcato, ove la tendenza era quella di pensare la donna in un ruolo subalterno, votata solo alla famiglia e alla maternità (pro-creazione), senza possibilità di soddisfacimento al di fuori del ruolo che la società e molte confessioni, anche religiose, le assegnavano. In pochi hanno pensato che tale situazione provocasse molti disagi, non solo alle bambine, giovani donne e donne adulte, ma anche ai propri figli e partner. La soppressione del desiderio apre le porte al godimento del sintomo, con tutte le conseguenze che ciò può arrecare.
    
Freud, il quale ha scoperto la psicoanalisi mediante e grazie al lavoro con ragazze isteriche, cominciò a verificare che queste, subendo privazioni e mortificazioni precoci della propria sfera sessuale, finivano per farla pagare in altro modo, attraverso sintomatologie diffuse nel corpo che spiazzavano e si facevano beffa della medicina del tempo. In pratica trovavano altri modi per esercitare un comando sull'altro, per richiedere attenzione e cure continue, sino a forme estreme di ricatto.
    
Attraverso e mediante il mio lavoro ho raccolto molte prove e altrettanto materiale per dimostrare che, anche nei cosiddetti tempi in cui viveva l'idea dell'uomo padrone, molte mogli comandassero, manovrassero figli e partner, facendo credere esattamente l'opposto. La questione era (ed è) quindi sempre in “chi è il padrone”, “chi comanda”. Quando un rapporto si perde nello stabilire colui o colei che è il detentore del “fallo”, la relazione non può che entrare in crisi, provocando spesso molte lacerazioni, sofferenze o godimenti persino nei figli, i quali diventano oggetti, zimbelli, trastulli da manovrare a proprio piacere.
    
Il godimento femminile, come sappiamo, è molto più complesso di quello maschile (che comunque ha anch'esso le sue resistenze). Nella donna che non riesce a superare la questione fallica, ovvero la presunta mancanza di chissà che cosa, spesso questa viene spostata nei figli, ma anche nei partner. Ovvero fa dei figli, dell'altro, il sostituto del proprio posto mancante e che si ostina a coprire, tanto da rimanerne sempre e inesorabilmente insoddisfatta (e insoddisfacente).  Non le basta mai. E' quell'”ancora” di cui parla Lacan in un suo celebre seminario. Quell'”encore...encore.. encore” oggettuale che lascia l'altro sempre sotto scacco e attacco. Molte donne/madri si perdono in questo godimento. Oggi addirittura vediamo proprio una proliferazione di madri sovrabbondanti, senza limiti e che fanno dei figli il prolungamento del proprio fallo (o lingua), come possiamo vedere nell'immagine che ho scelto per questo mio articolo.
    
In pratica questi tipi di donne hanno trovato nuovi modi per vendicare e vendicarsi del torto o dei torti subiti (o presunti tali). Continuano a sopprimere e mortificare, per proprio conto, il desiderio dell'altro. Abbiamo imparato dalla perversione che, né il padrone, né il servo, sono soggetti desideranti, ma spendono una vita ad invidiare l'altro, nel tentativo mai pago di mortificare e umiliare chi invece riesce a seguire la propria stella, sogno o vocazione. Perciò il bambino è sempre oggetto degli attacchi del perverso: perché procura molta invidia per il suo sapersi ben-disporre nei confronti del proprio desiderio e corpo.
    
Abbiamo molto lavoro da fare. Oggi come non mai. Ma è un lavoro che si può fare sempre uno/a ad uno/a. Non c'è altra via.


Arezzo, lì 07/06/2020
© (2006-2020) -Dott. Maurizio Forzoni     
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista (specalizzato in pedagogia speciale, familiare e giuridica), mediatore familiare e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista,  orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, universitario, professionale, relazionale, affettivo, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport.
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