Guarire dal SuperIo - Pensieri in movimento -- Maurizio Forzoni

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Guarire dal Super Io
di Maurizio Forzoni
              
Maurizio Forzoni
Quello del Super Io è un lavoro di rinuncia,  instancabile e defatigante, del quale molti soggetti faticano (o proprio non riescono) a fare a meno. In ogni civiltà, le lotte più intestine, gli attacchi più feroci, le torsioni, si rilevano nei confronti del pensiero di vita e di piacere. Fu Freud che, attraverso un suo lavoro personale, soggettivo, con altri soggetti disposti a mettersi in gioco, nel sociale, ci ha mostrato quanto le idee moralizzanti, educative, e tutte quelle teorie d'innate o rifondate religioni, siano contrarie ai principi "sani" del bambino e poi dell'adulto. Gesù stesso, lo dico molto spesso, non ha mai pensato di fondare una religione, o un club privé, o una confessione. Queste sono nate dopo di lui, a causa degli uomini che non hanno rinunciato alla tentazione di cadere in imperativi o velleità di comando e controllo sull'altro e su se stessi.

Si rileva, nei soggetti che sono riusciti a fare un percorso di ri-orientamento pedagogico e formativo, un riconoscimento del principio di comando  proprio o diffuso nel sociale, e di tutte quelle istanze ove in genere si hanno accentuazioni e ispessimenti delle velleità superegoiche. Gli studi di Freud, di Lacan e di tutti coloro che sono impegnati sul campo, hanno potuto arrivare --  attraverso il lavoro soggettivo -- a mettere a nudo i disagi nelle civiltà. Riconoscere i principi di comando non significa, ovviamente, il poter fare ciò che si vuole, senza pensare, perché anche molte forme di ribellione, ad esempio giovanile, sono in realtà modi attraverso cui i soggetti si conformano ad altri imperativi, spesso più nocivi di quelli che vorrebbero provare a mettere sotto giudizio.

Riconoscere il Super Io significa, invece,  ritrovare quei pensieri e quegli atti che precocemente sono stati inibiti da uno o altri ingannatori, liberarsi da quelle gabbie di pensiero ideologiche, colpevolizzanti e moralizzanti che ne hanno deviato il percorso di crescita formativa e orientativa. E' un ritrovare la bussola del proprio sapersi (s)muovere.

Le isteriche e gli isterici, da Freud in poi, erano e sono soggetti, ancora oggi, con un Super Io molto forte che tendono a voler sopprimere e mortificare le proprie e altrui pulsioni e desideri. Ci sono oggi delle differenze tra le isterie ai tempi di Freud e quelle odierne.  Ai tempi di Freud, gli isterici manifestavano la sostituzione metaforica, nel corpo, delle rinunce pulsionali che la morale del tempo tendeva a non riconoscere o proprio sopprimere. Oggi, nell'epoca ove le teorie moralizzanti sono sovente sostituite dagli imperativi consumistico-oggettuali, ove al patriarcato è subentrato il godimento acefalo, o l'assenza dei padri e del desiderio, sino ad arrivare al cosiddetto plus materno (come lo definisce la psicoanalista Laura Pigozzi), gli isterici sono sempre più alleati della perversione (quindi difficilmente riconoscibili e trattabili), ovvero tendono a voler comandare e dirigere con metodologie a volte molto violente, subdole, striscianti, di gruppo o élite. Possiamo altresì rilevare che queste manifestazioni trovano spesso anche un grande seguito sociale, soprattutto grazie alla comunicazione di massa e ai nuovi social media. Ci sono delle "influencer" che, in realtà, sono delle isteriche da offesa, sempre intente a fare proseliti (greggi) e soldi (in fretta, senza lavoro, senza l'altro).

Rileviamo altresì molte differenze tra le ossessioni ai tempi di Freud e quelle odierne. Nell'epoca vissuta da Freud, proprio a causa di molte deviazioni confessionali, le ossessioni erano più a sfondo religioso. Il soggetto ossessivo, in preda ad un Super Io punitivo e al senso di colpa a questo correlato, era letteralmente preda di rituali a sfondo religioso, come il farsi il segno della croce più volte, il ritornare nei propri passi, non essere mai sicuro delle proprie azioni, doverle ripetere in continuazione, ripetere litanie, Ave o Maria, preghiere, e altre forme di rituale. Tutto ciò fece rilevare correttamente al padre della psicoanalisi che l'ossessione altro non era che una forma di religione privata. Non che oggi questi tipi di ossessione non esistano più, ma, assieme ad esse, rileviamo le nuove compulsioni superegoiche, come quelle legate allo shopping compulsivo, alle ludopatie, al mostrare la propria immagine sui social, al culto esasperato per l'immagine o altri totem,  sino ad arrivare alle dipendenze (altre modalità di soccombere a nuovi imperativi, molto pericolosi, con l'idea fallace di ribellione o di appartenenza a gruppi gregari).

Ciò che però è una certezza --  oggi come nei tempi passati --  è che in tutti questi disagi e malesseri nella civiltà, il soggetto ha già abdicato, ha perduto la propria sovranità di pensiero, ha rinunciato al proprio principio per essere sopraffatto da un Super Io che lo governa, lo dirige, lo comanda e a cui, spesso, non riesce più a rinunciare.

La guarigione di ciascuno non può prescindere dal riconoscimento di quei godimenti superegoici che si oppongono al soddisfacimento soggettivo.

Arezzo, lì 26/03/2020
© (2006-2020) -Dott. Maurizio Forzoni     
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista, mediatore familiare e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista,  orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport.
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