Il burnout: il rigetto del lavoro (e dell'altro) - Pensieri in movimento -- Maurizio Forzoni

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Il burnout:  il rigetto del lavoro (e dell'altro)


Cosa è il burnout? E' una parola che deriva dall'inglese e letteralmente significa bruciarsi. E' entrata a far parte del lessico italiano soprattutto in riferimento al D.Lgs. 81/08 che costituisce il nuovo Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Tale nuova normativa, tra gli  altri rischi collegati allo svolgimento di un'attività professionale e lavorativa, ha aggiunto i pericoli legati alle patologie derivanti da situazioni di stress e ansia negli ambienti di lavoro.

Quali sono i soggetti più a rischio di tale disturbo? Premesso che nessuno possa definirsi immune dal manifestare forme di disagio o disaffezione al lavoro, in certi ambienti o periodi della propria vita, i soggetti  che risultano essere più esposti al burnout sono coloro che si occupano degli altri, soprattutto se in difficoltà: assistenti sociali, medici, infermieri, poliziotti, insegnanti, avvocati, tecnici, psicologi, assistenti agli anziani, e così via. Va rilevato, però, che il rischio è molto più ampio di quello che è previsto e disciplinato dalle normative vigenti. A rischio, infatti, possono essere anche studenti, ragazzi, persino bambini/e, coniugi, ecc., che vivono situazioni di difficoltà e pressioni quotidiane nello svolgimento dei propri compiti.

Quali sono i sintomi più evidenti? Ansia, frustrazione, difficoltà nello svolgere gli impegni e i lavori quotidiani, difficoltà respiratorie (cosiddetta fame d'aria), apatia, depressione, senso di oppressione e disaffezione verso il proprio lavoro, pressione alta, palpitazioni, tachicardia, attacchi di panico,  sino ai casi più gravi in cui il soggetto diventa addirittura violento e aggressivo sia nei confronti di se stesso che degli altri.

La società nella quale viviamo non aiuta il soggetto, anzi, essendo fortemente competitiva, selettiva e oppositiva, i soggetti che non riescono a stare al passo con i tempi imposti, spesso tendono a manifestare frustrazione e senso d'impotenza; da queste sintomatologie non sono esclusi nemmeno i bambini, i quali di sovente sono immessi all'interno di una vita frenetica e sovraccarica d'impegni, spesso costretti a rincorrere prestazioni sempre più elevate, che finiscono con il limitare la qualità della vita e con l'incidere negativamente nelle relazioni e nei rapporti con gli amici, i genitori, gli insegnanti. La crisi economica, poi, ha sicuramente aumentato l'angoscia, la paura e l'incertezza in molti soggetti, di qualsiasi età essi siano.

Cosa si può fare? Un percorso formativo e ri-orientativo del proprio pensiero, delle proprie mete e obiettivi affettivo-lavorativi può essere un valido aiuto per chi soffre di una qualche forma di disaffezione nello svolgere la propria attività lavorativa, di studio, di relazione, di vita. Molto spesso il soggetto che si trova in questa situazione è disorientato e si sente  abbandonato (spesso lo è davvero), come all'interno di una gabbia dalla quale non riesce più ad uscire. E più si fossilizza e s'impaurisce, più si preclude ogni possibilità di cambiamento. Rileggere la propria storia, i propri errori e fallimenti, ma anche e soprattutto gli inganni che ha ricevuto e subito dal proprio ambiente di provenienza (affettivo, familiare, scolastico, sociale, lavorativo, ecc) è una fase importante, essenziale. Il passato, non riconosciuto, ritorna e penalizza anche le scelte presenti. E' importante, altresì, che in un percorso di formazione si tenga conto anche di eventuali patologie medico-psichiatrico-psicologiche in atto, in un'ottica multidisciplinare, indirizzando il soggetto dal medico, nel caso ciò si rilevasse necessario per il buon esito del percorso intrapreso.




                
 
            Arezzo, lì 20/06/2019
                     
                           Maurizio Forzoni

                             © (2006-2019) -Dott. Maurizio Forzoni

                                 
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista,  orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' formatore della didattica innovativa iscritto al Registro Internazionale I.E.T, è iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport. Ha scritto articoli e seminari, tra cui: "Dall'Ideale alla relazione", "Fare il bene fa bene? Analisi dei rapporti parassitari", "Questione d'etica", "Prendersi cura dell'altro nell'era contemporanea", "Il capitale del soggetto", "Il partner e la formazione analitica", "Il soggetto dell'inconscio", "La paura del vero", "Sulla formazione dello psicoanalista", "La psicoanalisi dal divano all'aula di tribunale:psico-appropriazioni indebite", "In genere l'incontro è speciale", "Dall'Ideale alla Relazione", "Pensiero e azione dell'insegnante come imprenditore a scuola" (intervento al corso di formazione accreditato MIUR e organizzato dal Laboratorio di Formazione e Lettura psicoanalitica di Torino, dal titolo "Scuola alla prova dell'appuntamento -- Facilitare i rapporti a scuola")
                          



































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