La Donna non esiste ... ma nemmeno L'Uomo - Pensieri in movimento -- Maurizio Forzoni

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Un uomo e una donna
Il pensiero del bambino
di Maurizio Forzoni
              
Maurizio Forzoni Nessuna civiltà è in realtà mai stata benevola nei confronti del pensiero del bambino. Ci siamo sempre piuttosto orientati, o meglio sarebbe dire disorientati e disorientanti, nel considerare il periodo dell'infanzia minoritario rispetto alla vita dell'adulto. Sono stati pochi i pensatori che, con i loro atti, hanno ridato dignità al bambino come un soggetto che vive, dalla nascita sino all'età dei cinque/sei anni, il  periodo più florido e creativo della propria esistenza. Tra questi soggetti che hanno ridato dignità al bambino possiamo annoverare Freud  che invitò gli adulti a recuperare quella sovranità di pensiero andata perduta.

L'infanzia che abbiamo vissuto condiziona, se non riconosciuta, la vita di ciascuno di noi. E' tanto vero questo che spesso si fa fatica ad ammetterlo e riconoscerlo. C'è una forte resistenza nel riconoscere di essere stati bambini. E tanto più l'adulto è diventato rigido, conflittuale, ed ha perduto il proprio principio di piacere, tanto più farà fatica a riconoscere di essere stato bambino, di essersi a sua volta scontrato con le proprie mete sbarrate, mortificato o bloccato nella propria ricerca e capacità di trattare i sogni e il gioco come lavoro reale. Se gli educatori, o tutti coloro che si occupano a vario titolo della formazione dei bambini, ragazzi, ma anche adulti, facessero un lavoro di recupero, riconoscimento e accoglienza del bambino che sono stati, riuscirebbero senz'altro a capire meglio il mondo dell'altro e a fare un lavoro benevolo e fruttifero, invece di trasferire, come purtroppo avviene, gli errori e gli inganni che essi stessi hanno subito in età molto precoce.

Ci sono traumi, errori, atti perversi, indottrinamento, teorie, sino, nei casi più gravi, pensieri deliranti che spesso hanno cambiato l'esistenza di quel bambino o quella bambina, che li hanno portati fuori strada, verso il tradimento dei propri desideri. Tutto ciò si chiama compiacenza o addirittura sacrificio. Sacrificare il proprio desiderio per il timore di perdere l'amore di coloro che ci hanno dato la vita, quella relazione parentale che, in tanti casi, diventa un vincolo, una lotta senza quartiere. Ereditare da un padre o una madre si può fare solo quando si è riconosciuto il proprio posto di figli. Non si può che ereditare tra soggetti vivi e desideranti. Il testamento post-mortem è già un atto senza appello che rischia di far trovare il figlio sempre impreparato e "indegno". L'eredità è,  invece, un atto tra vivi. Non occorre far fuori nessuno, né alcuna forma di riparazione totemica o rito cannibalico.

Se quel bambino parlasse, sarebbe soddisfatto della vita che conduciamo, del lavoro che facciamo, delle persone che siamo diventate? L'insoddisfazione del presente ha sempre a che fare con il tradimento di quel pensiero sano che ciascuno ha incontrato da bambino. Da lì in poi le cose si sono complicate.


Arezzo, lì 14/06/2020


© (2006-2020) -Dott. Maurizio Forzoni     
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista (specalizzato in pedagogia speciale, familiare e giuridica), mediatore familiare e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista,  orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, universitario, professionale, relazionale, affettivo, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport.
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