La personalità manipolatrice e perverso-narcisistica
Arezzo, lì 28/03/2019
Oggi parleremo, in questo breve scritto, di un tipo di personalità che risulta essere non solo molto diffusa, ma sembra addirittura che goda di popolarità sociale. Desideriamo subito premettere che qui non parliamo di questioni diagnostiche, anche se il titolo potrebbe prestarsi a delle interpretazioni in tal senso. Noi pedagogisti non ci occupiamo mai di diagnosi, non ne facciamo, e lasciamo che a farle siano altri (con tutti gli errori che spesso questa corsa alla diagnosi arreca seco). Quando parliamo di personalità, quindi, lo facciamo sempre dal punto di vista orientativo e soggettivo, ossia valutando, caso per caso, quando e quanto un soggetto caduto nelle grinfie e/o influsso di soggetti del genere, finisca per essere disorientato, smarrito, offuscato, avvilito e così via discorrendo. La nostra posizione è quindi sempre una difesa del soggetto, affinché possa ritrovare quell'orientamento perduto per mano, causa, cattivo esempio, pensiero, opere ed omissioni (detto/non detto) di un altro. Le maledizioni familiari sono più diffuse di quanto si pensi. Ove per maledizioni si intende il male-dire (contrario al bene-dire) e il mal-agire/pensare (contrario al ben-agire, ben pensare -- nulla a che vedere, va precisato però, con i ben-pensanti).
Perdersi è facile, ritrovarsi implica sempre un lavoro di ri-orientamento da fare con un altro. Sempre possibile, ma a volte non semplice.
L'individuo manipolatore -- (e quando parlo di individuo, mi riferisco sia a uomo che donna, anche se in genere la donna manipolatrice lo fa in maniera più furbesca e quindi è ancora più difficile da smascherare, e una volta smascherata riesce ancora meglio a mescolare le carte, a dare la colpa all'altro e a mettersi nella posizione di vittima) -- ha caratteristiche autoritarie, crede molto nell'uso della persuasione, e soprattutto sa trovare i modi per sedurre l'altro, assoggettandolo al proprio volere/potere. L'individuo manipolatore spesso e non a caso si identifica con figure autoritarie del passato (come Mussolini, ad esempio, ma anche il padre, se a propria volta è stato un padre-padrone), è intollerante e invidioso verso il pensiero e, soprattutto, il desiderio dell'altro. E' spesso votato al godimento, tanto che è facile preda di una qualche dipendenza (droga, alcool, tabagismo, gioco d'azzardo, shopping compulsivo). E' un menzognero e, paradosso dei paradossi, è spesso creduto, sino a quando, con bruschi risvegli, il soggetto che è finito nella sua rete finisce per pagarla a caro prezzo. Per questo è fondamentale conoscerlo e smascherarlo per tempo (per prendere le giuste difese e distanze).
Riesce ad avere molti complici ed amici che lo ascoltano e a cui far credere di essere una persona diversa da quella che in realtà è. Spesso lo considerano un individuo buono, generoso, quando, invece, è un perverso, una persona spesso arrogante che vuole imporre sull'altro la propria volontà, usando -- spesso con le persone più fragili -- violenza verbale, psichica e fisica. Sa mascherarsi molto bene. E', come detto, un seduttore (lo ribadiamo non facciamo differenza tra uomo e donna, se non in base alle specificità soggettive), ovvero sa portare dalla propria parte chi riesce a fare innamorare, a perdere quindi la testa, sino a che l'altro oramai irretito, pende direttamente dalle sue labbra e accetta tutto ciò che questi dice e fa.
Un soggetto del genere non pensa mai di avere necessità di aiuto, non si mette mai in discussione e, nei rari casi in cui lo fa, finisce per tentare di portare l'altro dalla propria parte, ovvero aspira a trovare un ulteriore complice che avalli il suo modo di agire e pensare. "Io sono fatto così, prendere o lasciare!!!": possiamo definirla la sua sfida (mortale) a non cambiare, a non ri-pensare ai danni che spesso cagiona o ha cagionato -- certo a se stesso -- ma anche e soprattutto agli altri. E' spesso un vile, ovvero uno che fa il grosso e il prepotente con chi è più debole di lui/lei, per poi diventare un timido agnellino con chi lo sa prendere, lo elogia, lo esalta, lo fa sentire importante, ovvero con chi teme.
Gli innumerevoli fallimenti a cui va incontro, non sono mai sua responsabilità, ma la colpa è sempre di qualcun altro, del "perseguitato" di turno.
E' in genere un soggetto egoista ed egocentrico. Non pensa e non interpreta mai i desideri dell'altro, ma ogni cosa che fa o che dice è funzionale ai suoi esclusivi bisogni. Chiede, anzi spesso impone le sue richieste, pretendendo che siano subito soddisfatte, senza però mai pensare che anche l'altro abbia i propri desideri, i propri tempi, le proprie scelte e volontà. Le relazioni che instaura (se così si possono chiamare) sono di (s)fruttamento senza frutti. L'altro infatti è solo un oggetto da utilizzare per i propri bisogni, pronto ad essere scaricato allorquando non serva più. Lo scaricamento poi avviene spesso in maniera repentina, rapida, apparentemente improvvisa, a ciel sereno come si suol dire, talvolta con accese discussioni nelle quali tende a dare tutta la colpa dell'accaduto all'altro.
E' spesso una mala-lingua, che sparge zizzanie, cattiverie e pettegolezzi a destra e a manca, con l'intento di screditare e fare passare male colui o colei che invidia o odia, chi considera il proprio rivale, il nemico da abbattere. Spesso è al confine se non proprio dentro una personalità paranoica. Di certo gli capita anche di delirare.
Per questo diciamo che oggi è un tipo di personalità che si sta diffondendo, facilitata da un tessuto sociale che favorisce i rapporti oggettuali, mordi e fuggi.
Vi auguriamo di non avere mai a che fare con un soggetto del genere. Ma, nel caso vi capiti, è sempre possibile impostare la propria difesa e ri-orientare i propri pensieri verso nuove mete e obiettivi.
Le gabbie non sono fatte nemmeno per gli uccelli. Figuriamoci per gli esseri uman-parlanti.
Maurizio Forzoni
© Dott. Maurizio Forzoni
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista, mediatore familiare e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista, orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' formatore della didattica innovativa iscritto al Registro Internazionale I.E.T, è iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport. Ha scritto articoli e seminari, tra cui: "Dall'Ideale alla relazione", "Fare il bene fa bene? Analisi dei rapporti parassitari", "Questione d'etica", "Prendersi cura dell'altro nell'era contemporanea", "Il capitale del soggetto", "Il partner e la formazione analitica", "Il soggetto dell'inconscio", "La paura del vero", "Sulla formazione dello psicoanalista", "La psicoanalisi dal divano all'aula di tribunale:psico-appropriazioni indebite", "In genere l'incontro è speciale", "Dall'Ideale alla Relazione", "Pensiero e azione dell'insegnante come imprenditore a scuola" (intervento al corso di formazione accreditato MIUR e organizzato dal Laboratorio di Formazione e Lettura psicoanalitica di Torino, dal titolo "Scuola alla prova dell'appuntamento -- Facilitare i rapporti a scuola")