Le ferite d'amore - Pensieri in movimento -- Maurizio Forzoni

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cuore infranto
Le ferite d'amore
di Maurizio Forzoni
              
Maurizio Forzoni                            “Non voglio che mi si ami, voglio che mi si tratti bene” – Jacques Lacan

Talvolta, in nome dell'amore, si tollera, si riserva i peggiori trattamenti. Ci si permette di urlare, offendere, dirigere, indottrinare, umiliare, pervertire, sviare e disorientare. Tutto in nome di un amore presupposto. “Dal momento che mi ami, che lo fai sicuramente per il mio bene, tutto ti è permesso”.

Tale questione riguarda soprattutto i bambini che, molto spesso, cadono dentro questi inganni d'amore, per finire poi, anche nella vita adulta, per diventare degli insicuri o delle persone che tollerano tutto e vanno proprio a cercare le medesime dinamiche relazionali in perdita e umilianti, oppure anche soggetti che si precludono ogni possibilità di relazione perché hanno timore ad amare ed essere amati. Altri ancora possono divenire a loro volta degli offensori, ovvero soggetti che godono nell'infliggere sofferenze, umiliazioni, privazioni a figli, partner, amici, colleghi di lavoro o tutti coloro che passano loro sotto le “grinfie”.

Ciascuno di noi è il prodotto dell'infanzia che ha vissuto, e questo avviene sia nel bene che nel male, oppure, come si dice, nella buona e cattiva sorte.  

Dire ad un bambino che non capisce niente, offenderlo nel pensiero, non incentivarlo mai, mettendo in risalto solo gli errori, le mancanze, oppure scaricare su di lui/lei le frustrazioni, le rivendicazioni oppure l'aggressività che si ha verso un partner, è creare una ferita profonda nella sua capacità e competenza di andare a meta, di muoversi nel mondo, di relazionarsi con l'altro, di riuscire nei propri compiti. Potrebbe finire per credere di essere davvero un buono o una buona a nulla, uno che non ne combina una giusta, un fallito. Soggetti che non sono abituati a ricevere valorizzazioni, giudizi positivi, apprezzamenti, possono finire per non credere più nemmeno a coloro che li apprezzano veramente, e sono sinceri nei loro confronti. Hanno perso la fede in loro stessi.  In genere sviluppano una forma di distanziamento e distacco perché temono di soffrire nuovamente. Ed hanno anche i loro buoni motivi per temere, visto che sono entrati in contatto, anche molto precocemente, con un tipo d'amore così conflittuale, problematico e mortificante.

Nei casi di separazione capita purtroppo spesso che i figli diventino strumenti di ricatto e disputa tra i coniugi in guerra, contesi nell”amore”, messi alle strette nel dover scegliere da quale parte stare. Sarebbe importante, invece, comprendere e far comprendere che un figlio non è mai responsabile della crisi di coppia, non ha un debito da pagare, non è nemmeno frutto di una qualche colpa. La crisi, la separazione e il divorzio è una questione che riguarda i propri genitori, ed è solo di questi la responsabilità di come affrontarla e uscirne nel migliore dei modi possibili.  

I bambini contesi, va altresì detto, non si vedono solo in caso di separazione o divorzio; l'alienazione parentale può avvenire anche in famiglie ove i genitori continuano stancamente a stare assieme, senza però avere più molto in comune, oppure addirittura massacrandosi e osteggiandosi giorno dopo giorno. Anche in tali casi è importante intervenire ed aiutare la coppia a comprendere le ragioni delle loro contese, affinché i figli non siano costretti a divenire il sintomo di una coppia in crisi o stanca.

L'amore o fa star bene, o non è; o è società in affari, o non è. L'amore non umilia e impoverisce, ma arricchisce e investe sui talenti di ciascun partner, figli e universo compresi.

Il soggetto adulto ferito nell'amore, per potersi riconoscere, ha necessità di riorientare il proprio pensiero e corpo, proprio a partire da quel tradimento originario e precoce. Può arrivare a parlarne: con un po' di lavoro e superando molte resistenze.


Arezzo, lì 10/06/2020
© (2006-2020) -Dott. Maurizio Forzoni     
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista (specalizzato in pedagogia speciale, familiare e giuridica), mediatore familiare e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista,  orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, universitario, professionale, relazionale, affettivo, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport.
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