Gesù: parole, pensieri e atti a profitto
Rubrica di ricerca pedagogica in ambito di religione/religiosità e fede
A cura di Maurizio Forzoni
© Maurizio Forzoni
Perché Dio permette il male?
Scritto 2Nella mia attività, ho avuto ed ho in orientamento, anche persone credenti.La domanda che sovente viene fuori è, quando succedono fatti brutti, sofferenze, ma anche più in generale guerre, crimini, azioni gravi a danno del prossimo, dove sia Dio in tali casi e perché permetta tutto questo male. E' una domanda che si sono posti anche coloro che sono usciti vivi dai campi di concentramento. "Dove era Dio? E perché ha permesso tutto questo?"La riflessione che io invito a fare, cambiando prospettiva, la possiamo sintetizzare così: in quegli uomini che commettono quei crimini, che fanno la guerra, che distruggono, che compiono ingiustizie molto gravi a danno del prossimo, non c'è Dio o, se preferiamo, non c'è Legge, nemmeno di moto, non c'è rispetto della vita propria e di quella altrui. C'è solo pulsione di morte e di distruzione. L'assenza di Dio e di Legge, è responsabilità sempre e comunque degli uomini.In un Narcisista che fa del male al prossimo, che corrompe, danneggia, che è Egocentrico e si sente onnipotente, non c'è Dio, ovvero non c'è Legge, non esiste l'alterità; il prossimo non conta, non ha importanza. Anche se lo si ferisce a morte. Un uomo e una donna narcisista non hanno rispetto per i desideri dell'altro. Ma pensano solo a loro stessi, ai loro bisogni. In loro non c'è legge, non c'è Dio e, per esperienza professionale, posso affermare che non c'è nemmeno pentimento o desiderio di cambiamento.In coloro che non danno pace al prossimo, che lo deprimono, che lo caricano di pesi e fardelli, anche per tutta la vita, non c'è Dio, ossia non c'è rispetto per la vita.In un soggetto che è irriconoscente e che, anzi, morde la mano da cui ha preso, non c'è Dio, ovvero non c'è amore, Legge, riconoscimento e gratitudine di ciò che ha ricevuto dal prossimo suo.E potremo continuare con gli esempi.In un soggetto invece che ama il prossimo, che riconosce i bisogni del prossimo, che aiuta il prossimo ad uscire da momenti di fragilità, disperazione, inganno e ingiustizia, c'è Dio, o, se preferiamo, la Legge di moto, il desiderio, la pulsione di vita, l'amor proprio e del prossimo suo.
In un soggetto che è riconoscente per ciò che ha ricevuto dall'altro, e contraccambia, c'è Dio, ovvero in lui è presente ciò che possiamo chiamare amore e rispetto.Gesù lo diceva: "Amatevi gli uni e gli altri, come io ho amato voi". Ma l'amare si misura in atti concreti, non in buoni propositi che vengono realmente e puntualmente disattesi.Se un soggetto che si dichiari credente non guarisce da questa idee, a mio avviso fuorvianti, Dio diviene solo un'illusione che serve alla bisogna, sempre in bocca, come una litania ossessiva. Questo è il vero senso, a mio avviso, di "non nominare il nome di Dio invano". Invano, perché nominarlo così, non serve a nessuno. E' inutile: invano, appunto, se non addirittura dannoso.Come non serve riempirsi la bocca di parole quando uno prega. Ma anche questo diceva Gesù. Ma è stato davvero capito?"Quando pregate, non usate tante parole come fanno i pagani: essi pensano che a furia di parlare, Dio finirà per ascoltarli. Non fate come loro, perché Dio, vostro Padre, sa di che cosa avete bisogno, prima ancora che voi glielo chiediate".Chi ci ama, infatti, sa di cosa abbiamo bisogno, prima che glielo si chieda. Se siamo costretti a chiedere, allora vuol dire che già qualcosa è andato storto.E noi sappiamo realmente di cosa abbiamo bisogno?
Chi vi ama non vi ferisce .L'ho detto altre volte.Ma "repetita iuvant", in una società ove tutto si può fare, tanto poi è sufficiente negare o dire "non è successo niente", facendo finta che va bene così.Anzi. Offesa tra le offese, si fa passare l'altro per visionario, se si accorge degli inganni.La paranoia, che possiamo chiamare anche follia d'amore, può nascere così.Ed è uno stereotipo pensare che anche gli uomini non subiscano ferite d'amore, perlomeno quelli che sono capaci di sentimenti genuini.E non parlo solo di relazioni amorose, ma anche familiari, parentali, amicali e di padre/figlio/a, ecc.Ferire l'altro non è mai un bene. Fa perdere la fiducia e, in soggetti fragili, può fare perdere la testa.© Maurizio Forzoni29/12/2023Dott. Maurizio ForzoniPedagogista terapeutico, giuridico e del benessereOrientatore esistenzialeMediatore familiare347 839 2440info@maurizioforzoni.it
Gesù: parole, pensieri e atti a profitto
Rubrica di ricerca pedagogica in ambito di religione/religiosità e fede
A cura di Maurizio Forzoni
© Maurizio Forzoni
14/03/2023
È da molto tempo che mi ero proposto di svolgere un'analisi laica del pensiero e della parola di Gesù che, come in altre occasioni ho avuto modo di dire, non era un religioso, un mistico, e non pensava affatto di fondare nessuna religione. In questa serie di scritti e analisi riporterò i risultati della mia ricerca che mi hanno portato a confermare le mie ipotesi.Non potrò ovviamente dirvi tutta la verità, come accade ripetutamente nei Tribunali, con quella formula assurda: “Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità”. Infatti, non la si può dire tutta. Anche perché nessuno arriva a saperla tutta, figuriamoci a dirla. Nei Palazzi di Giustizia si prendono, spesso, lucciole per lanterne, proprio perché si parte da tale presupposto errato.Chi pretende di dire tutta la verità o è Dio o si ritrova ad essere presto folle. Alternativamente, può perdersi in quella logorrea nevrotica che è destinata a lasciare sempre il soggetto mancante, inappagato e insoddisfatto. Parla, parla, parla, senza mai arrivare al punto di domanda. È la domanda di cui teme di non trovarne il fondamento. È un altro modo per non accettare il limite del proprio sapere, escludendo ogni possibilità di relazione fruttuosa, se vogliamo anche con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.Come primo scritto che segue l'alternarsi dei miei pensieri, comincerò dal Vangelo secondo Matteo 18, 15 -17. Parto da questo punto, non a caso. Dal momento che la questione del perdonare a tutti i costi è sventolata come una bandiera in ogni forma religiosa che si farebbe derivare dal pensiero e dalla parola di Gesù.Gesù non ha mai detto di perdonare a tutti i costi.E, soprattutto, riteneva il perdono una cosa seria, e non un elenco di peccati da dire in un confessionale, per poi uscirne liberati – si fa per dire – senza incorrere nel giudizio e sanzione dell'altro.In questa serie di scritti ne parliamo.© Maurizio Forzoni14/03/2023Dott. Maurizio ForzoniPedagogista terapeutico, giuridico e del benessereOrientatore esistenzialeMediatore familiare347 839 2440info@maurizioforzoni.it
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista specializzato in pedagogia del benessere, terapeutica e giuridica, mediatore familiare, orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista, orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori e alla Camera di Mediazione Nazionale di Roma .