
Andare a scuola non è un sacrificio ....
Arezzo, lì 11/05/2019Nella nostra civiltà ci hanno inculcato talmente la nozione del sacrificio, che in molti hanno finito per crederci."Il lavoro è sacrificio, sudore della fronte". "Lo studio è sacrificio". "Per essere felice, qualche pena devi soffrire". "Prima il dovere e poi il piacere".Per citare solo alcune delle frasi che ci siamo sentiti dire sin da bambini e che poi ci portiamo addosso anche nella vita di adulti.Andare a scuola con sacrificio, svogliatamente, o per dovere, è piuttosto la constatazione di un fallimento.Il lavoro, infatti, non è mai sacrificio. Quando lo diviene, occorre riflettere e pensare che qualcosa sta andando storto.Ogni bambino entra nel mondo scolastico, con buone intenzioni. Va a scuola, pensando di giocare, di divertirsi, ossia di lavorare. Si perché per il bambino, il gioco è un lavoro che prende molto sul serio.Sono gli adulti che non sanno più prendere il gioco/lavoro per il verso giusto e pensano che sia "roba da bambini".Se un bambino a scuola ha mal di pancia, non vuole andare, rimette, significa che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Non fa le "bizze" o i "capricci", ma manifesta un sintomo vero e proprio, una modalità di denunciare che in quel luogo non va più con soddisfazione. Ascoltarlo è il primo passo per comprendere i suoi pensieri.Se un bambino non sta fermo, si agita, si muove in continuazione, come dire è "iperattivo", significa che quello, per un motivo o per un altro, non è il suo posto. E più lo si vuole "rimettere a posto", e più finirà con il ribellarsi e mettere a subbuglio classe e famiglia.Sono alcuni esempi tra gli altri (potremo parlare anche dei disturbi dell'apprendimento, e lo farò in un altro articolo).Molto spesso si vede questi bambini essere sovrastati da compiti, impegni che svolgono senza desiderio. Cosa ne resta della curiosità e del desiderio di imparare del bambino?Oggi si vede, sempre di più, che la scuola è chiusa al desiderio e, soprattutto, alla particolarità e singolarità di ciascuno.Non siamo tutti uguali. Siamo tutti diversi. E i bambini ce lo dicono in continuazione. Ma, spesso, non vengono ascoltati... Del resto, e non a caso, siamo nell'era delle omologazioni di massa. E, sono proprio i bambini, a dirci che questa non è la strada giusta (sino a che possono).--- Non si fa niente senza desiderio, nemmeno muovere una mano o un passo. Eppure c'è chi pretende che si possa lavorare, studiare e operare per "dovere". Il bambino si smuove e va solo dove incontra reciproca con-venienza. Mai per dovere. Quando comincia a cedere sul proprio desiderio, si è già ammalato. ---Maurizio Forzoni© Dott. Maurizio Forzoni
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista specializzato in pedagogia del benessere, terapeutica e giuridica, mediatore familiare, orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista, orientatore esistenziale e mediatore familiare, ad Arezzo - città nella quale vive - e, su richiesta, anche online. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori, alla Camera di Mediazione Nazionale di Roma e all'Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani (ANPE).