Il desiderio non nasce dalla mancanza - Pensieri in movimento -- Maurizio Forzoni

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Il desiderio non nasce dalla mancanza
di Maurizio Forzoni
              
Maurizio Forzoni
Se le sintomatologie delle civiltà passate erano delle ribellioni, denunce, tentativi di prendere il posto soggettivo nei malesseri, tabù, ideologie circolanti, nell'epoca moderna i sintomi rappresentano, contrariamente, una sorta di adesione, sovente acritica, ai disturbi virali diffusi nella società dei consumi oggettuali. Siamo passati dalla civiltà del divieto, dello sbarramento alle pulsioni, per entrare in una società ipermoderna, tecnologica, consumistica e oggettuale.

Dopo aver fatto questa premessa che riteniamo importante, nell'affrontare il tema del desiderio, partiamo proprio dall'analisi delle sintomatologie isteriche. L'isterico (o isterica) non è vero che non desidera, ma desidera che il proprio desiderio non sia soddisfatto. Possiamo dire che desidera "l'insoddisfazione". Nella sua vita, se non riesce a ritrovare la strada della sua soggettività tradita, farà di tutto per dimostrare che  dall'altro non può trarre nessuna soddisfazione o beneficio. Ne cercherà sempre l'impotenza, il momento in cui, inesorabilmente, ne sarà tradito/a. L'isterico/a è un missionario della mancanza, sino a fare vere e proprie guerre, battaglie di rivendicazione. Proprio l'isteria ci mostra che il desiderio nascente dalla mancanza, è un desiderio già insoddisfatto, una ricerca infinita, un non saper più sfruttare l'altro per dare e ricevere soddisfacimento. Il soggetto isterico non va a meta, ma ne cerca il suo spostamento metonimico, sempre un po' avanti, lo scarto irriducibile.

Il soggetto nella fobia, invece, ha sostituito il proprio desiderio con l'oggetto fobico. Essendo stato inibito precocemente alla meta, non riuscendo ad imputare il tradimento e il traditore, gli o le è diventato impossibile desiderare, ovvero soddisfarsi. Non è che non desideri più, ma sovente lo fa per metà, si lascia sempre quella possibilità in cui possa ritornare sui propri passi, e fuggire le opportunità e occasioni di soddisfacimento. Nell'agorafobia, la paura degli spazi vuoti/aperti, tutto ciò è davvero molto evidente. L'evitamento è l'unica strada per sfuggire da un desiderio che, mortificato e inibito alla meta, è diventato troppo grande affinché il soggetto riesca a farci i conti.

Ci sono teorie in ambito psicoanalitico che, a nostro avviso, hanno interpretato in maniera fallace la questione sollevata da Lacan, medico, filosofo e psicoanalista francese, secondo cui il desiderio nascerebbe dalla mancanza. Il lacaniano Massimo Recalcati è arrivato  a dire che "la mancanza è vita". Noi non ci troviamo affatto d'accordo. La mancanza, l'insoddisfazione, come dimostrano molto bene le isterie, le fobie, ma, possiamo dire, molti altri disagi o disturbi, sono in realtà sintomi, obiezioni alla relazione e al rapporto. Essere insoddisfatti è, in realtà, essere insoddisfacenti. E' uno smacco dato all'altro (e a se stessi).

La vita non è mancanza, bensì presenza:  di persone, soggetti, esseri desideranti con i quali entrare in buone e profittevoli relazioni e con cui raggiungere le proprie mete e i propri obiettivi.

La mancanza è, invece,  la porta di accesso alle diffusissime  sintomatologie contemporanee, tra cui le dipendenze, le perversioni, i narcisismi, i disturbi del comportamento alimentare. L'era consumistica, infatti, sta puntando molto nelle mancanze, sino a crearne di nuove (le cosiddette pseudo-mancanze),  con il fine strisciante di portare sempre più soggetti (bambini compresi) a comperare e competere, a consumare sostanze, oggetti, gadget, persone.

La mancanza e l'insoddisfazione sono già dei sintomi con cui il soggetto può lavorare in un percorso orientativo e formativo, per ritrovare quel saper andare a meta conosciuto da bambino e da bambina, ma che, per problemi educativi, gli/le è stato impedito.

Come si può sintetizzare il ritrovare il proprio benessere? Beh. E' sempre un riuscire a ritornare semplici.

Arezzo, lì 10/03/2020

Interventi:

Chiara B.: Letto, lo rileggo e ci ragiono. grazie.
Maurizio Forzoni: Grazie, Chiara.

Roberto B.: Grazie, Maurizio, per questa fondamentale riflessione sul desiderio come s-muoversi a meta. Purtroppo, invece, considerare come falsamente fa M. Recalcati, la mancanza "come vita" è quella trappola contemporanea del principio di comando/superio, che si pone come "tentatore" rispetto a tutti quegli oggetti contemporanei, che non riempiono mai " la mancanza".
Maurizio Forzoni: Grazie Roberto, per queste Tue preziose aggiunte ai miei pensieri. È vero. La teoria della mancanza procura molti guai nel sociale.

Loris S.: Molto piacevole e utile, grazie Maurizio.
Maurizio Forzoni: Grazie, Loris.

Nunzia C.: È un grave errore di pensiero credere che il desiderio nasca da una mancanza. Dalla mancanza può nascere solo la patologia del desiderio. Il desiderio viene invece da un di più e da una chiamata esterna. Arriva da una ec-citazione e per incontrarlo, per portarlo a meta dobbiamo sentirne la vocazione. Grazie. Hai chiarito molto bene le dinamiche che portano il desiderio verso il fallimento
Maurizio Forzoni: Grazie, Nunzia.

Silvana L.: Grazie. Molto chiarificatore. Una domanda: com'è il desiderio nella ossessività e come viene realizzato il  senso dell' ordine nelle tre strutture? Grazie.
Maurizio Forzoni: Grazie a Lei, Silvana. Io penso che nell'ossessivo il desiderio sia completamente sacrificato al Super Io. Nell"ossessivo non c'è desiderio, ma compulsione.
Silvana L.:  Grazie. Lei ha chiarito diverse domande.


© (2006-2020) -Dott. Maurizio Forzoni       
Maurizio Forzoni (info@maurizioforzoni.it/347.8392440), pedagogista, mediatore familiare e orientatore esistenziale, attualmente svolge attività di pedagogista,  orientamento esistenziale e formativo nelle relazioni d'aiuto in ambito familiare, soggettivo, scolastico, all'interno del Centro Formativo, didattico-pedagogico, di orientamento e ricerca UniSocrates di Arezzo, città nella quale vive. E' iscritto al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori – Roma, ed è formatore e supervisore autorizzato Eipass – European Informatics Passport.
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