Educazione o perversione? - Studio di Mediazione familiare, pedagogia e orientamento

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Abuso educativo
Educazione o perversione?
di Maurizio Forzoni
              

Forzoni







E' sempre una questione educativa. Il trauma, l'inibizione, il sintomo, l'angoscia, hanno sempre i loro fattori scatenanti, e di rischio, in ambito di educazione ricevuta (e, soprattutto, subita).

Educare non ha mai imboccato la strada giusta. Si educavano i bambini, nell'impero romano, a diventare soldati, combattere ed essere fedeli all'imperatore (anche se era un pazzo sanguinario).

Durante il fascismo, i bambini venivano educati a marciare, vestiti con le divise da piccoli Balilla, al saluto romano. Venivano inculcati i valori dell'obbedienza assoluta, senza possibilità di scelta, o di pensiero proprio, pena la scomunica o, addirittura, la carcerazione e la morte.

I bambini sono educati a sopportare tutte le teorie religiose, i rituali, le preghiere ossessive, senza nemmeno capire cosa stanno facendo e dicendo (senza contare che Gesù stesso, nel nome del quale pretendono di fondarsi molte delle religioni occidentali dominanti, non abbia di fatto lasciato nessuna preghiera, se non il “Padre Nostro” che, in realtà, era una bandiera, ovvero un segno di riconoscimento  di coloro che lo stavano seguendo).

I bambini sono educati a patire ingiustizie familiari, in nome di un amore presunto e presupposto, ad accettare e subire gli inganni solo perché “la mamma” o “il papà” hanno sempre ragione e non possono sbagliare.  

C'è chi educa al senso di colpa e all'onnipotenza dell'altro.  

I traumi sono sempre dell'ordine educativo, in quanto presunzione di fare il bene dell'altro, senza chiederglielo, attraverso il riconoscimento del proprio desiderio e della facoltà di giudizio. Quante volte, ancora oggi, si sente dire ai figli: “obbedisci alla mamma o al babbo !!!” (anche se entrambi sono dei gran coglioni). Con la conseguenza che, se non obbediscono a certi comandi, anche per tutta la vita, sono guai molto seri. Perché il genitore finirà per sanzionare il figlio disobbediente con la minaccia dell'abbandono.   

Ci sono coloro che educano, ancora oggi, a suon di ceffoni, gridi, piatti rotti, urla, come se non fossero forme di violenza. Se questo fosse fatto a degli adulti, probabilmente scatterebbero le denunce. Dal momento che, però, sono fatti passare per atti educativi, per “il bene dei figli”, allora vengono accettati come una forma di educazione. Senza contare che un figlio mortificato, umiliato, anche agli occhi dell'altro, ne esce in qualche modo sempre deprivato, se non riesce a trovare un appiglio, un partner, un amico e socio, un altro che ne prenda le difese.

Anche il classismo, il settarismo, l'idea che un gruppo sia migliore di un altro, è qualcosa che viene inculcato attraverso principi educativi.

Stessa cosa, possiamo dire per il bullismo. Un bullo avrà sempre appreso da qualcun altro che la sopraffazione, la presa in giro, l'abuso nei confronti di chi si ritiene più debole, in svantaggio economico, fisico e psichico, è un comportamento socialmente accettabile, soprattutto quando gode della complicità e/o del silenzio di molti (conosco tantissimi adulti che sono dei bulli, contornati da altri individui come loro che li spalleggiano e gli coprono le spalle).

Anche il lassismo, il lasciar fare, il far credere che sia tutto sempre possibile, senza lavoro, impegno e desiderio, l'idolatria dilagante per il godimento consumistico (oggi imperante) per gli oggetti "gadget" o "oggetti sostanza", con la conseguente riduzione dell'uomo a macchina "fabbrica soldi",  è una forma di perversione educativa che oggi sta facendo moltissimi danni (e proseliti).

E potremmo continuare ancora ….

Per queste ragioni, ritengo che la prima questione dei disagi di ciascuno di noi,  sia sempre educativa, formativa e orientativa. Non penso, infatti, che sia un'idea buona quella di riempire le nostre scuole di psicologi. Dallo psicologo o psicoterapeuta si va solo quando c'è già un sintomo che crea una domanda in tal senso. Sarebbe meglio riempire le nostre scuole di educatori, pedagogisti, formatori, docenti, che sappiano trasmettere agli studenti la passione per la conoscenza e il sapere, il desiderio e la curiosità, piuttosto che inculcare il senso del “dovere”, quell'imperativo categorico che oggi fa vedere giovani ragazzi andare a scuola come se fossero “cani bastonati”. E quelli che si ribellano a questo sistema deprivante, sono ancora i più sani. Gli studenti “obbedienti”, non godono mai di buona salute, soprattutto di questi tempi.

Tanto per riflettere un po', sui danni che stiamo facendo anche alle nuove generazioni.

Arezzo, lì  30/09/2022
© Dott. Maurizio Forzoni       


Dott. Maurizio Forzoni
Mediatore Familiare
Orientatore Esistenziale
Pedagogista specializzato in pedagogia del benessere, terapeutica e giuridica
Iscritto, con certificazioni di qualità, al Registro Mediatori Familiari presso la Camera di Mediazione Nazionale di Roma, e al Registro Nazionale Orientatori presso l'Associazione Nazionale Orientatori ASNOR di Roma.
Lavora sia in presenza che in modalità telematica.




(C) 2022 Dott. Maurizio Forzoni

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